Avevo dodici anni quando Rino portò la sua "Gianna" a Sanremo.
Adoravo Rino e tutte le sue performance, dalle quali traspariva una certa vena di follia, e la fiction che la Rai ha dedicato a Rino (chiedo scusa se qualcuno dovesse risentirsi perchè mi permetto di chiamarlo Rino, è solo una mia personale forma di affetto verso questo sfortunato cantante) me le ha ricordate. Però, lasciatemi fare un personale commento su questa realizzazione: il film è ben fatto, Claudio Santamaria è sempre molto bravo, e devo riconoscere che soprattutto qui sembra aver fatto un lavoro di immedesimazione notevole; oltretutto voglio fargli i miei più sinceri complimenti per la sua voce che a volte ricorda tantissimo quella di Rino. Ma Rino, alla fine, come ne esce?
Durante la visione del film mi sono chiesta se era quello il Rino che ricordavo. No, non era quello. Ma questo forse è un commento da fan.
Allora cercherò di essere il più obbiettiva possibile, ma mi viene da dire: era davvero necessario dipingere un artista che comunque rimane tra i più talentuosi nel triste panorama della musica italiana, come un alcolizzato, un disadattato, perfino un pò stronzo? Era necessario aspettare ventisei anni per dire a tutti quelli che lo conoscevano e a quelli che no, che Rino in fondo era solo un pover'uomo? Perchè alla fine, questo rimane. Io personalmente ho dei ricordi, per quanto vaghi, e non sarà una fiction a distruggerli, ma se l'intento di chi ha realizzato questo film era di farlo conoscere ai più giovani, allora dico: complimenti, avete sputtanato un artista come meglio non potevate. Per di più inventando di sana pianta personaggi e situazioni mai esistiti nella vita di Rino Gaetano. Vorrei sapere perchè. La fiction è finzione, e in quanto tale nasconde in sè il tradimento: la realtà è solo a tratti accennata, lo spettacolo senza dubbio ci guadagna, bisognerebbe però avere l'onestà di ammetterlo. Di ammettere che non c'è stato rispetto per un personaggio che di certo non era un eroe, ma che era sicuramente un ragazzo, un artista che non ha mai voluto schierarsi, e probabilmente ha sofferto e pagato questa sua scelta.
Vorrei sentire le voci dei suoi amici, di chi lo ha conosciuto, sentire cosa ne pensano loro.
So che sua sorella non ha riconosciuto suo fratello in questa ricostruzione, se non in pochi lampi. Ci sarà un perchè.
Ma ora basta, voglio parlare solo con Rino: dormi Rino, dormi, riposa se puoi lontano da queste tristezze, tu eri un grande, a modo tuo, ma eri una grande. Per me lo sarai sempre.
Alla faccia di chi ha voluto smitizzarti, svilirti, renderti ciò che non eri.
Dormi e sogna: lascia a noi poveri mortali la tristezza di dover combattere ogni giorno contro le menti semplici di chi pensa che l'audience giustifichi pochezze come questa.
E in onore a te chiuderei con una frase: nun ve regghe ppiù!
Ciao Rino